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SMART WORKING SEMPLIFICATO: LA DIRETTIVA DEL MINISTERO DELLA P.A. INTRODUCE UN PRINCIPIO A SALVAGUARDIA DEI LAVORATORI RIMASTI “ORFANI” DEL DIRITTO AL LAVORO AGILE

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  • On Gennaio 3, 2024
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In seguito alla mancata proroga dello smart working semplificato per i dipendenti fragili e genitori di figli under 14, la cui scadenza era fissata al 31 dicembre 2023, il Ministro Paolo Zangrillo, anche al fine di evitare disparità di trattamento con i dipendenti del settore privato (che continueranno a beneficiarne sino al 31 marzo 2024), in data 29 dicembre 2023 ha emanato una Direttiva con cui ha attribuito, a ciascun dirigente, il compiuto di tutelare i dipendenti rimasti “orfani” del diritto al lavoro agile ma ancora bisognosi dello strumento in parola.

La Direttiva

Il documento spiega che le ragioni che hanno condotto all’introduzione dello smart working semplificato (il quale stabiliva il diritto – per alcune categorie di lavoratori – di usufruire dello strumento del lavoro agile in assenza di accordo individuale) sono da individuarsi nella sopravvenuta emergenza epidemiologica e nella correlata esigenza, dei lavoratori della pubblica amministrazione, di avvalersi dello strumento in commento al fine di diminuire il rischio di contagio proprio o dei propri familiari (i cd. fragili) ovvero di provvedere al soddisfacimento dei bisogni del proprio nucleo familiare (i genitori di figli under 14 impegnati con la didattica a distanza). 

Il lavoro agile è stato dunque considerato come uno strumento essenziale nella lotta all’emergenza epidemiologica ed al contempo fondamentale per assicurare, alla generalità degli utenti, la funzionalità della pubblica amministrazione nel suo complesso. 

Le valutazioni del Governo all’esito dell’emergenza epidemiologica

Il graduale risolversi del fenomeno pandemico (dichiarato concluso dall’Organizzazione mondiale della sanità il 5 maggio 2023) è stato accompagnato dal progressivo ma massivo “rientro in presenza” dei dipendenti; in conseguenza, è emersa l’esigenza di riattribuire, all’istituto dello smart working, la sua natura di strumento organizzativo ordinario ovvero di alternativa modalità di esecuzione della prestazione lavorativa, le cui modalità di applicazione sono individuate dalla contrattazione collettiva. 

La normativa del lavoro agile nella contrattazione collettiva

Quale ordinaria modalità di esecuzione della prestazione lavorativa, lo smart working nel pubblico impiego è regolato da accordi individuali – sottoscritti con il dirigente/capo struttura dell’amministrazione di appartenenza – volti a garantire, d’un canto, le esigenze di vita e di lavoro del dipendente e, dall’altro, le necessità organizzative della pubblica amministrazione. 

L’invito del Ministero alla dirigenza

Con la Direttiva del 29 dicembre 2023 il Ministro della P.A., allo scopo di sensibilizzare un utilizzo orientato del lavoro agile (soprattutto per la salvaguardia delle esigenze personali e familiari – gravi, urgenti e documentate – dei lavoratori esposti a situazioni di rischio per la salute), ha invitato la dirigenza di ogni amministrazione ad individuare e adottare “le misure organizzative che si rendono necessarie […] per garantire ai detti lavorati di svolgere la prestazione lavorativa in modalità agile, anche derogando al criterio della prevalenza dello svolgimento della prestazione lavorativa in presenza […] attraverso specifiche previsioni nell’ambito degli accordi individuali, che vadano nel senso sopra indicato”.

In definitiva, dall’1 gennaio 2024 i lavoratori del pubblico impiego non hanno più alcun diritto ad usufruire dello smart working semplificato, anche se il dirigente dell’amministrazione di appartenenza, nel valutare la richiesta del dipendente e nell’individuare gli elementi essenziali dell’accordo individuale, dovrà certamente favorire (garantire, appunto) coloro i quali documentino specifiche condizioni personali e/o familiari.  

QUI LA DIRETTIVA PER INTERO

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