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Giustizia amministrativa: legittimo diniego di accesso a parere legale se si è in precontenzioso

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  • On Luglio 25, 2022
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I fatti riguardano un dipendente della P.A. al quale, due anni prima di entrare in pensione, sono state assegnate le funzioni di Segretario Generale dell’Ente e, “a titolo gratuito, (…) gli incarichi di Conservatore del Servizio Imprese e di Dirigente ad Interim del Settore Staff e Promozione – Segreteria Generale e del Settore Anagrafico-Certificativo. In tema di retribuzione, con il provvedimento si stabiliva “di confermare che ai dirigenti con incarico ad interim sarà riconosciuta esclusivamente una retribuzione di risultato che sarà disciplinata in sede di contrattazione decentrata”.

Qualche mese dopo la pensione il suddetto dipendente ha chiesto all’Ente il pagamento del trattamento economico accessorio globale spettantegli per lo svolgimento dell’incarico di Segretario Generale, che gli ha riconosciuto soltanto la retribuzione di risultato per gli incarichi ad interim, lasciando inalterata la retribuzione di posizione corrispondente all’incarico dirigenziale, e chiedendo per quest’ultima un parere legale a uno Studio Associato. Proprio su questo punto si è incardinata la questione. Infatti, mente l’Ente resistente ha concesso l’ostensione di altri documenti richiesti dal ricorrente, gli ha negato di prendere visione ed estrarre copia di quest’ultimo con la motivazione che “questo Ente ritiene che il parere fornito è caratterizzato dalla riservatezza tipica della relazione tra professionista e cliente, e che l’accesso allo stesso debba essere negato in quanto finalizzato a definire una strategia relativa ad un potenziale e preannunciato contenzioso”.

Il ricorso

Il dipendente ha contestato la decisione presentando ricorso al Tar, sostenendo che per l’accesso ai pareri legali si debba fare riferimento all’art. 24 della legge generale sul procedimento amministrativo che ha ridotto la segretezza degli atti della P.A. a casi specifici, in ragione della tipologia di interessi e delle finalità, stabilendo precisi limiti al diritto di accesso. In questo contesto, secondo il ricorrente, se i pareri legali sono riferiti all’iter procedimentale e sono parte integrante del provvedimento finale sono soggetti all’accesso; al contrario, se attengono a tesi difensive in un procedimento contenzioso o pre-contenzioso non sono ostensibili.

La delicatezza della questione sta tutta nel fatto che l’accesso ai pareri legali si colloca tra il principio di trasparenza della Pubblica Amministrazione ed il segreto professionale, tenendo conto della diversa natura della consulenza che l’amministrazione può richiedere al proprio legale.

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia (Sezione Prima), ha respinto il ricorso in punto di fatto e in punto di diritto. 

Le motivazioni

In punto di diritto perchédove il parere sia mirato a definire una strategia difensiva, nell’ambito di una situazione contenziosa o precontenziosa (pur se procedimentalizzato), va escluso dal diritto di accesso perché ciò violerebbe il diritto di difesa dell’Amministrazione costituzionalmente garantito.

In punto di fatto perché, anche se la contrapposizione non è ancora sfociata in un contenzioso, è evidente che vi sia un conflitto tra le parti sulla retribuzione di posizione, rispettivamente reclamata e negata, quindi si configura la situazione precontenziosa.

Inoltre, secondo il Tribunale Amministrativo, “l’ostensione del parere legale precontenzioso, laddove consentita, si porrebbe in frontale contrasto con il principio di parità delle armi, in quanto consentirebbe ad una delle parti di conoscere anticipatamente i “gangli vitali” delle tesi giuridiche di controparte, senza dover consentire necessariamente pari conoscenza delle proprie al (potenziale) avversario”.

Di seguito la sentenza

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