Cyberwar: la guerra “digitale” e l’impatto del conflitto Russia-Ucraina

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  • On Maggio 30, 2022
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Mentre si attende di conoscere la portata dell’attacco hacker all’Italia, minacciato per oggi dal collettivo russo Killnet che, come riporta l’Ansa, annuncia “un colpo irreparabile a causa della guerra con Anonymous” è sempre più evidente che lo spazio del conflitto, con lo scoppio e l’espansione della guerra fra Russia e Ucraina, si è allargato dalla Guerra fisica alla Guerra mediatica e informatica.

E la Cyberwar potrebbe creare danni non indifferenti, considerato anche quanto frequentemente sono stati minacciati e attaccati diversi siti istituzionali del paese. 

L’allarme del Csirt

A lanciare l’allarme il Csirt (Computer Security Incident Response Team) dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale che sul suo sito avverte: “Continuano a rilevarsi segnali e minacce di possibili attacchi imminenti ai danni, in particolare, di soggetti nazionali pubblici, soggetti privati che erogano un servizio di pubblica utilità o soggetti privati la cui immagine si identifica con il paese Italia. Facendo seguito alle campagne malevole perpetrate da attori di matrice russa e agli attacchi DDoS occorsi tra l’11 e il 21 maggio scorsi ai danni di soggetti nazionali, nell’ambito delle attività di monitoraggio svolte a cura dello Csirt Italia continuano a rilevarsi segnali e minacce di possibili imminenti attacchi ai danni in particolare, di soggetti nazionali pubblici, soggetti privati che erogano un servizio di pubblica utilità o soggetti privati che la cui immagine si identifica con il paese Italia. Si raccomanda di implementare con effetto immediato, ove non già provveduto, le azioni suggerite dallo CSIRT Italia (cfr. sezione Riferimenti), con particolare riguardo alle mitigazioni delle vulnerabilità maggiormente sfruttate da attori malevoli di matrice russa ed alle misure di mitigazione degli attacchi di tipo DDoS. Si raccomanda, inoltre, in particolare i soggetti identificati nella sezione “sintesi”, di mantenere un attento controllo sulle infrastrutture IT h24 teso a individuare evidenze di attacchi o comunque anomalie, rispetto alle quali si richiede di dare comunicazione tempestiva allo CSIRT Italia”.

Cos’è la cyber war 

L’enciclopedia Treccani la definisce l’”Uso di computer e di reti, come Internet, per attaccare o difendersi nel cyberspazio. […] Dal punto di vista offensivo, l’attacco cibernetico può utilizzare diverse tecniche e tattiche e proporsi diversi obiettivi: intercettazione di dati; inabilitazione delle reti e degli equipaggiamenti informatici nemici; attacco alle infrastrutture critiche (elettricità, gasdotti e oleodotti, rete delle telecomunicazioni commerciali e finanziarie, trasporti ecc.). Le modalità di attuazione degli attacchi vanno dal superamento dei sistemi protettivi e dall’entrata nelle reti informative e nelle banche dati, con finalità varie (dall’acquisizione di informazioni al vandalismo di hacker individuali), all’attacco massiccio condotto da unità specializzate, alla diffusione di virus informatici per neutralizzare reti, sistemi d’arma o di comando, di controllo e di comunicazione. Dal punto di vista difensivo, la cyberwar tende a irrobustire tecnicamente computer e reti per aumentarne la resilienza, anche con una ridondanza delle loro componenti”. 

Il ruolo dell’Europa

L’Europa da una parte blocca, attraverso un coordinamento dei Ministri Europei, i canali di comunicazione digitale che potrebbero produrre propaganda e disinformazione, mentre la Russia cerca di bloccare il dissenso e la fuga di notizie il controllo delle attività online e mediatiche. Dall’altra non agisce solo sul fronte internet ma anche su quello materiale: è stato emanato infatti il Regolamento Ue 328/2022 del 25 febbraio scorso, che modifica il regolamento (UE) n. 833/2014 sulle misure restrittive emesse nei confronti della Russia in seguito all’annessione della Crimea e di Sebastopoli. Con la modifica sono stati introdotti limiti all’esportazione verso la Russia di materiali elettronici e prodotti connessi alle telecomunicazioni ed alla sicurezza informatica. Contemporaneamente dal fronte Ucraino sono richieste risorse per collegare ad internet i cittadini e consentire dei canali di comunicazione che non vengano oscurati in caso di occupazione.

Gli attacchi di Anonymus 

Già all’indomani dell’ingresso dei carri armati russi in Ucraina, il collettivo Anonymous con un video postato su Twitter ha dichiarato ‘guerra informatica totale‘ a Putin. Le rivendicazioni degli attacchi coordinati di gruppi o singoli si sono susseguiti sul social dell’uccellino con un imponente intervento di hacker e cyberattivisti da ogni parte del mondo. L’obiettivo dei gruppi è di agevolare la battaglia dell’Ucraina creare danni alla Russia attraverso il blocco di infrastrutture e sistemi informatici. Lo stesso Mykhailo Fedorov, ministro alla Transizione digitale dell’Ucraina, a marzo ha chiesto l’aiuto degli Hacker di tutti il mondo per la guerra nel cyber spazio.

Il collettivo Killnet

Ovviamente la controrisposta non si è fatta attendere e, come riporta l’Ansa, “dopo gli attacchi di tipo Ddos (Distributed denial of service) che hanno colpito diversi siti istituzionali nei giorni scorsi, gli hacker filorussi del gruppo KillNet tornano a minacciare l’Italia. “30 maggio – 05:00 il punto d’incontro è l’Italia!’, si legge in un messaggio postato su Telegram dal collettivo. In un messaggio successivo Killnet ironizza: “sono sempre stato interessato a una domanda: la Russia generalmente supporta le nostre attività? Dal momento che faremo un colpo irreparabile in Italia a causa della guerra con Anonymous. Saremo almeno ricordati nella nostra terra natale?”. In precedenza Anonymous aveva reso inaccessibile il sito dei filorussi ‘killnet.ru’, dichiarando guerra agli hacker ‘rivali’.

E la procura di Roma ha aperto un fascicolo d’indagine sugli attacchi dei giorni scorsi, delegandone gli accertamenti agli specialisti della Polizia postale.

La guerra ibrida

La guerra ibrida dunque prosegue e più si protrarrà la crisi e più lontana sarà la risoluzione del conflitto, più il rischio che a essere coinvolte siano infrastrutture  digitali vitali per l’economia e le attività del paese, cresce.

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